Monday 10 July 2017

Il Passero Solitario Leopardi Metaforex4


IL PASSERO SOLITÁRIO Giacomo Leopardi TESTO Din na praia do oceano, Passero solitario, alla campagna Cantando vai finch não mais il giorno Ed erra larmonia per questa valle. Primavera dintorno Brilla nellaria, e per li campi esulta, S cha mirarla intenerisce il core. Odi greggi belar, muggire armenti Gli altri augelli contenti, um gara insieme Per lo libero ciel fã mille giri, Pur festeggiando o tempo miguel: Tu pensoso em disparate il tutto miri Non compagni, non voli, Non ti cal dallegria, schivi gli spassi Canti, e cos traversi Dellanno e di tua vita il pi bel garni. Oim. Quanto somiglia Al tuo costume il mio Sollazzo e riso, Della novella e dolce famiglia, E te german di giovinezza, amore, Sospiro acerbo de provetti giorni, Non curo, io non so come anzi da loro Quasi fuggo lontano Quasi romito, e strano Al Mio loco natio, Passo del viver mio la primavera. Questo giorno ch omai cede alla sera, Festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, Odi spesso un tonar di ferree canne, Che rimbomba lontan di villa in villa. Tutta vestita a festa La giovent del loco Lascia le case, e per le vie si spande E mira ed mirata. E em cor sallegra. Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro Tempo: e intanto il guardo Steso nellaria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno, Cadendo si dilegua. E par che dica Che la beata giovent vien meno. Tu. Solingo augelin, venuto a SERA Del viver che daranno a te le stelle, Certo del tuo traje Non ti dorrai che di natura frutto Ogni vostra vaghezza. A me, se di vecchiezza La detestata soglia Evitar não impetro, Quando muti questi occhi allaltrui core, E lor fia vto il mondo. E il d futuro Dê-me a ti e não cheguei, Che parr di tal voglia Che diquestanni miei che di me stesso Ahi pentirommi, e spesso, Ma sconsolato, volgerommi indietro. Dallultima cima (Din su la vetta) del campanario de campanário de SantAgostino em Recanati), O passero solitario, vai cinguettando verso i campi finch non si haz sera (não mais il giorno) e il suono melodioso e difundo (erra Larmonia) em questa valle. Tutto intorno (dintorno) la primavera personificazione risplende (brilla) e si difusão em tutta a sua pienezza (esulta) per i campi v. 6 - chiasmo cos che a guardarla e prova un senso di tenerezza. Senti (odi. Luso della 2 persona singolare caro a Leopardi) le pecore belare e le mucche muggire v.8 - chiasmo, gli altri uccelli (augala forma arcaica) volano lieti nel cielo sereno (libero ciel) fanno mille voli (giri. Voli Cheesprimono felicit) facendo a gara tra loro, anchessi (pur) festeggiando a giovent e a primavera (il loro tempo migliore): tu, O passero, assorto in meditazione (penso. Leopardi attribuisce atteggiamenti umani al passero), em osservi distante, Non stai con gli altri passeri, non voli, non ti importa (non ti cal) dellallegria, eviti (schivi) i divertimenti (spassi) canti, e cos trascorri (trapassi) il pi bel período dellanno a primavera e dola vita la giovinezza. Inizia qui la parte della lirica incentrata sul poeta che costruita in modo perfettamente simmetrico a quella precedente Povero me (oim. Esprime tristezza nel constatare la somiglianza), venha assomiglia il mio al tuo modo di vivere (ao seu disfarce) Del divertimento (sollazzo termine Arcaico) e delle risate, che sono dolce compagnia della giovinezza (della. Famiglia famiglia un latinismo, sta per compagnia novella et un ache arcaico), não muito curo e neanche di te, amore, che sei fratello (german termine arcaico) della giovinezza , Doloroso rimpianto dellet matura (de provetti giorni lat. Sta per et avanzata: causa di rimpianto nella vecchiaia, che non conosce pi illusioni). Não é assim mesmo meu comportamento, anzi scappo lontano da loro, quasi lontano ed estraneo (romito e strano), mio ​​paese natale Recanati, trascorro la giovinezza della vita. Questa giornata che ormai (omai) lascia il posto (cede) alla sera finito uso (si costuma) festeggiarlo nel nostro borgo. Senti (odi) nel cielo sereno il suono della campana (un suon di squilla - allitterazione), senti spesso il rumore sordo (un tonar) dei colpi dei fucili (ferree canne. Alla campana si oppongono le note gravi, cupe dei colpi sparati dai Fucili - allitterazione) che rimbombano lontano di casolare em casolare (vila) vengono sparati em segno di festa. I giovani (la giovent - metonimia) do paese tutti (tutta accresce il senso dellesclusione) vestiti a festa lasciano le case e si riversano per the strade guardano e sono ammirati (mira ed mirata) e il curing e rallegra. Io, da solo (io solitario corrisponde al tu pensoso del v.12 riferito al passero), andando em questo luogo isolato della campagna, rimando (indugio) ad altro momento ogni piacere e ogni divertimento e intanto il sole calando, dopo una giornata serena Scompare (cadendo si dilegua) tra i monti lontani, ferisce (fere) il mio sguardo che corre lontano nellaria limpida (aprica), e tramontando sembra avvertirmi che la giovent e dilegua anchessa (vien meno) metafora. Nellultima parte il passero e il poeta si dividido em modo pressoch identico i versi della strofa. Leopardi sottolinea la differenza che contraddistingue i due soggetti Tu (sottolinea lopposizione con lio del v.36 e con la me del v.50) uccellino solitario (solingo) giunto alla fine della vita (metafora. Sera fine della vita) che il destino ( Stelle) ti avr assegnato, certamente non avrai motivo de rammaricarti del tuo modo di vivere (costume, gi in questo senso al v.18), poich la natura determina ogni vostro desiderio (Chevaghezza). A eu (in chiave opositiva) se non otterr (non impetro) di evitare la orribile vecchiaia (la detestata soglia), quando eu miei occhi non ispireranno pi nulla (muti) al cuore degli altri uomini e il mondo intero sar per loro privo di Ogni fascino (lor fia voto il mondo), e il futuro (d futuro) sembrer loro ancora pi noioso e cupo do presente (d presente). Che penser (parr) di tale scelta (Voglia Leopardi si riferisce alla propria voglia di solitudine). Che cosa di questi anni miei (anni giovanili vissuti infelicemente). Che cosa di me stesso (che ho scelto questo modo di vivere che che che triplice anafora). Mi pentir e sovente my volger indietro con rimpianto perch il tempo perduto non torna pi. Analise e commento: La fase del pensador de Leopardi del cosidetto pessimismo cosmico ebbe avvi con lideazione della lirica Il passero solitario. La lirica imperadiata sul paralelismo tra a vita do passador solitário e a vita del poeta. Il passero solitario un animale che ama trascorrere a sua vida de solteirista e poeta sente de assomigliargli perch anchegli preferisce starsene in solitudine e non ama la compagnia dei suoi coetanei. Tutta la poesia incentrata su analogie, pi o meno palesi, fra il passero solitario e a vita del poeta. Lanalogia pi evidente senzaltro lesclusione dal tempo felice della primavera: come il passero trascorre solitario la stagione pi bella, spandendo il suo canto per la campagna, cos cantando (scrivendo versi) o poeta passa na solitudine la stagione della sua giovent. La campagna diventa per entrambi il luogo del ritiro, dellesclusione dalla vita festosa del paese nel clima primaverile. Anche se la situazione in cui si trovano identica, andranno incontro e un diverso destino: il passero arrivato alla fine della sua vita morir senza rimpianti mentre al poeta rimarr il rimpianto per ci che no ha vissuto. Il canto diviso in tre strofe la prima e a segunda em cui posto il confronto fra il passero solitario ed il poeta, la terza che ne sottolinea a diversit. Em particular: I strofa. (Vv.1 - 15) Descrive il comportamento do passero nel contesto e no rapporto agli altri animali, allo spazio della campagna, nel tempo da primavera na festa dellanno. Il passero non ha bisogno di spassi, o di compagni. Canta. E quel canto e difunto ovunque. II strofa. (Vv.16 - 44) Descreve o comportamento do poeta nel contesto e em rapporto agli altri giovani, allo spazio del paese, nel tempo de giovinezza che la festa della vita. Le due strofe sono dunque costruite simmetricamente rispetto al contenuto e si conhece luna allaltra sulla base di un confronto per uguaglianza. III strofa. (Vv.45 - 49) Nella conclua i due modi di esistere, del passero e del poeta, sono ancora messi a confronto, ma per disuguaglianza: tu quotnon ti dorraiquot, quotAhi, pentirommiquot ovvero: tu vivi secondo la tua natura, io vivo Contrariamente alla mia natura. Canzone libera di tre stanze rispettivamente di 16, 28 e 15 versi, di endecasillabi e settenari liberamente distribuiti. Le scelte linguistiche sono raffinate, classicheggianti e a volte ricorrono, em particolar modo nelle descrizioni, um termini della quotidianit. Parafrasi poesie di Leopardi: Canti (Leopardi - Donati) XI. Il passero solitario ltdc: titlegt Canti ltdc: titlegt ltdc: criador opt: roleautgtGiacomo Leopardiltdc: creatorgt ltdc: dategt1917ltdc: dategt ltdc: subjectgtltdc: subjectgt ltdc: rightsgtCC BY-SA 3.0 ltdc: rightsgt ltdc: rightsgtGFDL ltdc: rightsgt ltdc: relationgtIndice: Canti (Leopardi - Donati).djvultdc: relationgt LTDC: identifiergtit. wikisource. orgwindex. phptitleCanti (Leopardi-Donati) XI. 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Oim, quanto somiglia al tuo costume il mio Sollazzo e riso, della novela e dolce famiglia, 20 e te, german di giovinezza, amore, sospiro acerbo de provetti giorni, non curo, io non so come anzi da loro quasi fuggo lontano quasi romito , E strano 25 al mio loco natio, passo da vida mio la primavera. Questo giorno, chomai cede alla sera, festeggiar si costuma al nostro borgo. Odi per lo sereno un suon di squilla, 30 odi spesso un tonar di ferree canne, che rimbomba lontan di villa em villa. Tutta vestita a festa da giovent do loco, o caso, e per le vie si spande 35 e mira ed mirata, e in cor sallegra. Io, solitario em questa rimota parte alla campagna uscendo, ogni diletto e gioco indugio em altro tempo e intanto il guardo 40 steso nellaria aprica mi fre il sol, che tra lontani monti, dopo il giorno sereno, cadendo e dilegua, e par che dica Che la beata giovent vien meno. 45 Tu, solingo augelin, venuto a sera del viver che daranno a te le stelle, certo do tuo traje não ti dorrai ch di natura frutto ogni vostra vaghezza. 50 A me, se di vecchiezza la detestata soglia evitar non impetro, quando muti questi occhi allaltrui core, e lor fia vto il mondo, e il de futuro 55 do presente e do tetro, che parr di tal voglia che di questanni miei Che di me stesso Ahi pentirommi, e spesso, ma sconsolato, volgerommi indietro.

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